Assistenza sessuale
Da tempo, sto cercando di organizzare a Napoli un momento di riflessione sull’assistenza sessuale. Ce ne sono stati altri, ma a mio avviso si deve dare maggiore continuità a questo argomento e trattarlo nella maniera giusta.
È un tema che quando ne parlo con i soci con disagio della cooperativa sono molto attenti e, a volte, in imbarazzo.
Quando emerge la sofferenza di solito si ha un’età adolescenziale e, quindi, molti di loro non hanno mai avuto un contatto fisico con una persona, oppure l’hanno avuto nel modo sbagliato.
Nel primo caso, la loro stranezza agli occhi dei normodotati ha fatto si che siano emarginati.
Nel secondo, anche un po’ perché la terribile confusione che vivevano non permetteva loro di avvicinarsi nella giusta maniera.
Nel modo sbagliato perché a volte capita che i genitori, soprattutto nel caso degli uomini, pensano che sia sufficiente una sex worker, che il più delle volte non ha una preparazione culturale per avvicinarsi a chi vive una così grave sofferenza psichica e fisica, 76 mentre non comprendono che è importante il modo con cui ci si avvicina al sesso.
Per le donne la questione è molto più complicata, perché hanno più possibilità di fare sesso ma i cosiddetti partner non sempre sono persone perbene. Una legge nazionale è discussa e mi auguro che venga approvata, il buon Ulivieri con il suo movimento ci sta provando da molti anni.
È un tema che quando ne parlo con i soci con disagio della cooperativa sono molto attenti e, a volte, in imbarazzo.
Quando emerge la sofferenza di solito si ha un’età adolescenziale e, quindi, molti di loro non hanno mai avuto un contatto fisico con una persona, oppure l’hanno avuto nel modo sbagliato.
Nel primo caso, la loro stranezza agli occhi dei normodotati ha fatto si che siano emarginati.
Nel secondo, anche un po’ perché la terribile confusione che vivevano non permetteva loro di avvicinarsi nella giusta maniera.
Nel modo sbagliato perché a volte capita che i genitori, soprattutto nel caso degli uomini, pensano che sia sufficiente una sex worker, che il più delle volte non ha una preparazione culturale per avvicinarsi a chi vive una così grave sofferenza psichica e fisica, 76 mentre non comprendono che è importante il modo con cui ci si avvicina al sesso.
Per le donne la questione è molto più complicata, perché hanno più possibilità di fare sesso ma i cosiddetti partner non sempre sono persone perbene. Una legge nazionale è discussa e mi auguro che venga approvata, il buon Ulivieri con il suo movimento ci sta provando da molti anni.
Il sesso è una parte vitale della persona, ed avere una disabilità che ti impedisce di viverlo è una ulteriore grave stigmatizzazione. Siamo in un Paese in cui la sessualità è un tabù, tutto si fa in maniera nascosta ed ipocrita. C’è una chiusura mentale che attraversa tutte le classi sociali e culturali, in un certo senso, è un aspetto del pregiudizio sulla salute mentale che soprattutto noi sofferenti psichici viviamo tutti i giorni, sia nell’ambiente sociale e sia in noi stessi, creandoci sensi di colpa e credendo di essere inadeguati alla vita.
La Cooperativa Arte Musica e Caffé fa parte dell'Osservatorio Nazione sull'assistenza sessuale LoveAbility
http://www.lovegiver.it/osservatorio-nazionale-sullassistenza-sessuale-italia/
La Cooperativa Arte Musica e Caffé fa parte dell'Osservatorio Nazione sull'assistenza sessuale LoveAbility
http://www.lovegiver.it/osservatorio-nazionale-sullassistenza-sessuale-italia/